L’altra sera ho partecipato ad un’interessante serata sui vini Biologici, biodinamici e sostenibili presso la delegazione F.I.S.A.R. di Cuneo alla quale sono con piacere associato.
La serata è stata condotta da Luigi Bertini, enologo di lunga esperienza anche internazionale che ha il dono di rendere comprensibili ed anche molto interessanti gli argomenti trattati.
Innanzi tutto va chiarito che la coltivazione biologica è possibile solo in aree ,anche vaste, in cui i coltivatori si attengono tutti agli stessi protocolli oppure in aree più ristrette ma protette da barriere naturali come boschi o colline. In parole povere la coltivazione biologica non è possibile se tutti i vicini applicano coltivazione tradizionale e consiste sostanzialmente nell’applicare trattamenti coprenti ma non penetranti che quindi non penetrano nelle foglie e negli acini.
La coltivazione biodinamica invece è una vera e propria filosofia che si rifà al pensiero di Rudolf Steiner e che consiste nell’applicare trattamenti in concentrazioni diluitissime di prodotti naturali come letame che sia però stato conservato in un corno di bovino per sei mesi sotterrato a due metri di profondità. Tali trattamenti vanno applicati seguendo la fasi lunari. Come potrete intuire la biodinamica richiede convinzione e fede. La coltivazione sostenibile è invece una specie di anticamera della coltivazione biologica, quindi meno impegnativa.
Sicuramente il futuro passa attraverso ,se non la biodinamica , almeno il biologico e non solo per la vite ma per tutte le coltivazioni alimentari.
I vini assaggiati, quasi tutti di qualità,sono stati i seguenti:
–Muscadet Clos des Orfeuilles 2016 ottenuto da uve Melon de Burgogne, biologico:caratterizzato da frutti bianchi, agrumi buon corpo, equilibrato, pulitissimo e persistente.
–Alsace Riesling Renano 2014 biologico di Turcheim :Impatto di frutti gialli ,minerale con palato citrico e acidità ancora evidente segno di evoluzione ancora positiva.
–Pinot Noir Castel del Lupo 2016 dall’Oltrepò, biologico: profumo molto tipico con piccoli frutti , finissimo, con buon corpo, equilibrato , pulitissimo e persistente. Smbra di essere in Alto Adige anziché in Oltrepò
–Nero d’Avola Crius 2016 biodinamico: appena versato rivela una puzzetta che permane quindi olfatto non fine con discreto corpo ma un po’ magro: da un nero d’avola ci saremmo aspettati di più
–Chianti Classico Riserva 2011 Querciabella , la più grande azienda agricola biodinamica d’Europa, ottenuto da Sangiovese 100%: pulito, con tipici frutti rossi e buon corpo, molto equilibrato e persistente. Un ottimo vino che ci dimostra come si possano ottenere eccellenze anche dal biodinamico.
-Barbaresco Riserva 2011 sostenibile di Piazzo da Treiso: tipico ma non intenso, corpo debole ma equilibrato
–Sauternes La Garenne con solforosa sotto i 100 ml biologico:dopo qualche minuto si apre con frutta esotica, zafferano, frutti secchi, sul palato un buon corpo molto equilibrato, persistente con ottimo finale.
-Infine, fuori concorso, un eccellente Moscato Passito di Strevi,2008 Presidio Slow Food accompagnato dal produttore Gianpaolo Ivaldi: colore ramato con impatto olfattivo di estrema finezza con frutti essicati, fichi ed albicocche, in bocca ritroviamo fichi secchi e datteri, grasso, persistente e con un finale straordinario.
Prezzi molto approssimativi presumibilmente alla produzione di questi vini:
-Muscadet €. 6
-Riesling €. 8
-Pinot Noir €. 7
-Nero d’Avola €. 7
-Chianti Classico €. 30
-Sauternes €. 8
-Barbaresco €. 18
-Moscato di Strevi €. 25